martedì 19 agosto 2014

"Non sono addetto allo smontaggio""Sei in una scuola, Cristo santo"


Scusate se l'ho scritta per come l'ho detta.
Di cosa stiamo parlando?
Operazione "Scuole belle" (trovate un approfondimento qui: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/08/19/news/il-flop-del-programma-di-renzi-scuolebelle-1.177066?ref=HRBZ-1 ). Quasi tutte le scuole hanno ricevuto direttamente dal Miur, dunque senza passare dagli enti locali, delle somme per "l'abbellimento", leggi la manutenzione ordinaria, per cui in questi giorni in moltissime scuole si stanno eseguendo lavori di piccola manutenzione: tinteggiatura, tinteggiatura, tinteggiatura,...
No, non mi si è incantato il disco. Possono solo tinteggiare. E a certe condizioni. E non con ditte scelte e qualificate a fare lavori simili, ma solo con  quello che "passa il convento", cioè i precari degli enti locali, almeno in Sicilia.
Quel che sento e vedo non mi convince proprio in pieno.Anzi per nulla.

I lavori vengono affidati a quell'esercito di lavoratori precari presenti in ogni comune, abilitati ai "piccoli lavori" attraverso un velocissimo corso e vengono supervisionati non da un tecnico, ma dal preside. Ebbene sì, che deve immaginarsi esperto in rinzaffi, stuccature, intonaci, tinteggiature. Esattamente l'opposto di quel che ciascuno di noi definirebbe "lavoro ben fatto".

Approfondisco la questione e chiedo: "Scusa, in cosa consistono questi piccoli lavori? Possono smontare arredi?" "NO".
"Possono effettuare piccoli aggiustamenti agli impianti, elettrico o di riscaldamento?" "NO"
"Possono montare tapparelle, infissi, maniglie, porte,.." "Sì, se la scuola li compra".
"Ma ci sono fondi anche per l'acquisto di materiale elettrico, edile o di arredi?""NO" Tapparelle, infissi, maniglie, porte,..lo sono.
Ok, non possiamo comprar nulla, possiamo solo aggiustare (con certe cautele e limitazioni) o tinteggiare (fino a una certa altezza. Giuro).
Accontentiamoci.
Mi arriva però la segnalazione da una preside: "Mila ti rendi conto? Tinteggiano le aule ma non spostano gli armadietti". Non sono addetti allo smontaggio. ?????????!!!!!!!!!!!!!!
Sto vedendo cose che voi umani..presidi coi capelli ritti in testa più del solito. Quelli che ancora li hanno.
E ricordo a tutti che tra 11 giorni i docenti tornano tutti a scuola...tra pennelli, secchi di intonaci e scale?

Ok, basta. Mi arrendo.E il sangue mi va alla testa.
Cazzo, ho capito: non avete l'assicurazione dello smontaggio dell'armadietto perchè una scheggia impertinente potrebbe colpirvi? Giusto?
E non siete addetti a sistemare impianti elettrici, idraulici, etc..? Giusto?
Però avete bisogno di lavorare, tenete famiglia e il lavoro nobilita l'uomo.
Che nobiltà è questa, scusate? Che alleva la furbizia e la pigrizia? Mentale e caratteriale prima che fisica.
Ci sono pure i vostri figli tra quei banchi, non è solo il luogo dello Stato nemico, quello da prendere per i fondelli. No. E' il luogo in cui stanno i vostri figli.
E' la cameretta di Luigi, tuo nipote. Ce l'avrai un nipote no? Una sorella a cui hai dato una mano per smontare, trasportare e rimontare un lettino? Sì o no?
Che mutazione genetica, da uomo a stronzo, subite quando andate a lavorare per lo Stato? Siete precari e dunque con le dita fragili?
Viene un sindacalista e mi rimprovera duramente: i diritti del lavoratore non vanno messi sottogamba, se non sono abilitati, non si può aprire la maglia del lavoro non ammesso.

Ammesso e non concesso, lo viene a dire a me che i diritti del lavoratore non vanno messi sottogamba? A me che mi becco da mattino a sera l'accusa di ipersindacalizzata quando difendo un lavoratore? Ma io difendo un lavoratore, non un fancazzista. O un furbo.
A me sembra che lavorano a sazia, come dice mia madre.
Ovviamente non tutti, ovviamente coi se e coi ma. Ma non ce n'è uno che si arrisica a far qualcosa per cui "non è abilitato".
Sai che c'è signor Pip, pop, lsu, gesip, gesap, sirop? C'è che quando tuo figlio cade in classe e si sbuccia il ginocchio, invece di volargli in un millimicron di secondo accanto, pronta con l'alcol, il cotone idrofilo e il cerotto, pregando il signore e tutti i santi che solo una sbucciatura sia mentre lo medico, sai che c'è, rimango in cattedra, non mi muovo. "Non sono addetta" al soccorso sanitario.
Ma prof, lei ha la tutela! Tutela de che? Manco pe niente. Io non sono addetta al soccorso sanitario. Dovrei avere un diploma di infermiera, l'assicurazione e i vaccini specifici per esercitare il soccorso: antitetanica, anti-anti, e un assistente, non sia mai che mentre soccorro il bambino in classe, venisse un terremoto e poi me ne vado in galera per non aver sfollato il resto della classe.
E poi, se il bambino ha una reazione allergica al farmaco? Vedi sopra, me ne vado dritta per dritta... in galera.

Era febbraio circa, 3 anni fa, il buon Rossi della 1 g, scuola media, ragazzino pluriripetente, ben piantato e con una stazza notevole, con problemi caratteriali che poi vennero diagnosticati come schizofrenia, decise durante la ricreazione che Mario, compagnetto piccolo, urlava troppo e a lui dava fastidio. "Non si urla a scuola!". Giusto no? Lo sollevò letteralmente da terra nel tentativo di sbatterlo al muro. Non so quale velocità e quale forza, forse il teletrasporto divino a cui siamo addetti tutti gli insegnanti, mi fecero materializzare tra Mario e il muro. Acchiappai Mario strappandoglielo, ma il ragazzo era nel pieno del delirio e mi beccai qualche calcio e qualche pugno.
I compagni urlavano nel corridoio cercando di far alzare quell'altro pip che era sereno e seduto nel corridoio. Sereno e seduto rimase.
Non era mica addetto a rispondere ai ragazzini o a correre in soccorso. Era addetto solo a spostare, e male, una scopa, tra le 13.30 e le 14.00. Però lo pagavamo tutti quanti, compresi voi, per un servizio 8-14.
Furono quei bambini a evitare il peggio.

No, non potevo certo dire di essere caduta dalle scale, come le donne picchiate dai mariti. Perchè il primo pensiero di tutti noi fu di salvaguardare Rossi. Ma dal male il bene: i genitori capirono finalmente che era il caso di curarlo ed è stato comunque uno dei nostri alunni più protetti e amati, quel ragazzino lì.
Lo incontrai per strada, al rientro, dopo due giorni di convalescenza, davanti scuola l'addetto allo spostamento della scopa. "Non per me ma per i ragazzi, si ricordi sempre che questa che vede qua davanti e dove entra tutte le mattine, è una scuola. Non il suo parcheggio. Lei ha diritto a lavorare, certo. Altrove, per quel che mi riguarda. Non in una scuola, se non muta testa".
Qualcuno sa che tipetti sono i precari pip, ex lsu, por, gep, scaf, che arrivano nelle scuole di Palermo. Alcuni degnissimi. Altri no.
Costui era "l'altro no". Lungi dal comprendere mi coprì d'insulti tirando dentro il sindacato. Un altro da cui essere detestata.
In tutto ciò, per chi non lo sapesse, le graduatorie dei bidelli statali, che l'assicurazione, oltre che la formazione, ce l'hanno pure per soffiare il naso al bimbo che piange se necessario, e che si mettono sottosopra a far di tutto, se necessario, stanno al palo. Si chiama "esternalizzazione dei servizi". Perchè così funzionano meglio, son cooperative private o aziende municipalizzate. Stica. Il verbo rende l'idea. Io quel pip lì, quel giorno, a voglia se lo avrei "esternalizzato". Migliaia di chilometri lontano da una scuola.
Il bidello statale che è stato selezionato per fare il bidello, cioè pulire, sostenere, accorrere, vigilare, assistere, e chi più ne ha ne metta, sta a casa, e nella scuola arrivano eserciti di "non sono addetto". Così vanno e male le cose sotto il cielo d'Italia.
Sarebbe il caso di capire che chiunque varca la soglia di una scuola, compreso lo spicciafaccende, deve essere iper-addetto. I servizi a scuola vanno internalizzati, seguiti, valutati. Altro che esternalizzati.

Scuole belle.Torniamo a tinteggiare. A tinte chiare o fosche?
Caro Pip, lo so che tieni famiglia e che no, non sei addetto a smontare o a spostare gli armadietti. Ma guarda che tutto sto ambaradan delle scuole belle è stato armato e ordito per farti lavorare. Alla fine son solo soldi dati per tinteggiar scuole a non addetti ai lavori e non per altro, e magari alcune scuole non ne avevano bisogno e aspettano ancora l'altro finanziamento per interventi strutturali, più lento perchè passa dagli enti locali, dagli uffici tecnici, e da tutte le lentezze infami a cui non ci abitueremo mai.
Ce li stiam letteralmente togliendo di bocca tutti quanti quei soldi lì per far lavorare il non addetto allo smontaggio. E sarebbe pure cosa giusta che li facessimo fruttare quei soldi, impiegandoli al meglio, non al così così o al tanto per.
Lavorare. Cioè esercitare tutta la nobiltà di cui sei capace. Non di farci capire quanto in basso è caduta l'Italia. Lavorare per lo Stato non vuol dire andare a passeggiare, vuol dire lavorare per tuo figlio, cioè fare in modo che gli ingranaggi non si inceppino mai e tutto funzioni al meglio. Per lui, non per lo Stato ladro, per lui. Tieni famiglia no? No, non è una banalità retorica, perchè vi giuro ne vedo a centinaia di persone a cui questa cosa, banale e retorica, non gli entra bene in testa.

Ora, a me non va di stabilire sempre colpe e responsabilità , ma di aggiustare barche sfondate sì. Perchè quella è la mia barca. Lo Stato. La Scuola (anche perchè la faccenda è complicata: i fondi sono del miur, dati direttamente alle scuole, ma il personale da impiegare per le manutenzioni è il pozzo senza fondo dei precari comunali, dunque con contratti sindacali locali. Ammirevole l'intenzione di impiegarli in qualche modo e farli lavorare. Ripeto però, ai rispettivi sindacati e amministratori locali: farli lavorare. Anche se..varrebbe anche per loro, soprattutto per loro, che non han superato concorsi o valutazioni o selezioni di nessun tipo, e nessuno sa cosa sappiano o possano fare, l'adagio che la scuola non è un ammortizzatore sociale. O no?)

Vorrei che tutti quanti nella scala delle responsabilità capissero che dentro una scuola si è addetti a tutto.
A me tocca salir sulle sedie se necessario, per appendere un cartellone ed essere tutelata ai sensi della legge se la sedia si sfonda (ed è successo anche questo. A Marisa, prof di italiano, gamba spezzata e nessun rimborso), anche se non ho superato un concorso per questo, e a te pip, pop, rap, ad occuparti di varie e soprattutto degli eventuali, che poi son la norma nelle scuole.
No, non ditemi che a Marisa non toccasse salir sulla sedia, perchè in una scuola tocca tutto a tutti, perchè su quella stessa sedia saltano appena meno te lo aspetti gli alunni più vispi. E se si fosse sfondata sotto il peso di un alunno e la gamba spezzata fosse dell'alunno? E che c'entra questo? Solo per comunicarvi che i docenti italiani non si possono iscrivere all'inail e che godono di assicurazione inail contro gli infortuni solo e soltanto quelli di educazione motoria. Gli altri nisba, a nostro rischio e pericolo. Cioè, a rigor di logica, "non saremmo addetti" nemmeno noi a fare l'80 % delle cose che normalmente facciamo. Siamo in una scuola, Cristo santo. Però qualche tutela, non dico tutte quelle che hanno i lavoratori che in queste ore stan lentamente tinteggiando la parte centrale delle parei di un'aula, ma qualcuna in più potremmo averla anche noi docenti.

A te che stai lavorando con "scuole belle", sarebbe il caso di farti (con un sindacato attento e dalla parte dei bambini per una volta) un altro contratto, con un'assicurazione adeguata visto che comanda il tuo agire l'assicurazione e non la tua testa. "Gente saggia, gente vera, gente sana, in scuole belle", perchè i bambini vengono educati con l'esempio non coi sermoni, diceva Pertini.
Così come sarebbe il caso di farla pure a me docente l'assicurazione contro gli infortuni, no?

Che senso ha lavorar così? Efficienza, efficacia, merito. Boh. Disegno punti interrogativi nell'aria.
No, non ci siamo. Non si aggiusta sta varca sfunnata così. Falliscono tutte le buone intenzioni a monte, in una catena da un lato di sfacinnati, di furbi, di lagnusi e di procedure arruginite che sono il terreno di coltura migliore per tutto ciò e dall'altro di eroismi mal intesi, non da premiare, ma da evitare, perchè sono solo segni di malfunzionamento del sistema, non segno di "coraggio e volontà".
E non posso nemmeno rimproverarli, nè gli uni nè gli altri, per carità, perchè il sindacato, giustamente, corre a difenderli.
Ma il sindacato non può correre a predisporre contratti adeguati, non per normale contrattazione di parte, ma per far ciò che serve fare a seconda di dove vai? Per la collettività che dovremmo essere e siamo. Portando la normalità. Carusi, non l'eccezionale, il normale.

Così non aggiusti, finisci solo di rompere.
Sei in una scuola, Cristo santo.

2 commenti:

  1. Gent.ma Insegnante, mi rendo conto quanto sia sempre più difficile, adeguarsi nella società di oggi, ed io per prima, a fatica arranco in tutto lo schifo che mi circonda! Di sicuro quel mio collega PIP, fa parte della schiera di persone, che proprio come si dice in gergo "non ne vuole", perchè sarebbe bastato un pizzico di coscienza per intervenire in suo soccorso, sia che lo fosse di sua competenza o meno. Di contro, le dico con rispetto, che lavorando ormai da 13 anni all'interno della P.A. (come precaria, sussidiata, poi contrattualizzata e dulcis in fundo, licenziata per tornare ad essere disoccupata e lavorare con disoccupazione ed oggi con un lavoro di 6 ore giornaliere con un corrispettivo di un sussidio), di lavativi ne è pieno il mondo, gente di ruolo che andrebbe sbattuta fuori e che sta a vegetare riscaldando una sedia, anch'essa pagata con i soldi dei contribuenti. Questa gente, spesso incompetente e "lagnusa" che giocherella mattinate intere al pc, tanto c'è il fesso precario che lavora per lui, che risolve le sue incompetenze, che lo Stato dà la possibilità di sfruttare e spremere a costo zero per gli Enti ospitanti. Il mal costume, "prendo poco per cui non faccio niente" è radicato nel loro DNA, ma nella maggioranza dei casi (in questo la sua scuola è stata poco fortunata), il personale PIP come LSU o ASU è gente responsabile e capace. Nel mio Ente siamo 56 persone di supporto nei vari servizi, e sono davvero pochi gli scansa fatiche, la maggior parte di noi sostituisce in pieno (e non farebbe parte delle ns. mansioni, in quanto potremmo solo fare lavori manuali e non amministrativi) il lavoro dei signori regionali, che grazie alla nostra presenza, se prima facevano poco, oggi si permettono il lusso di fare molto ma molto meno. Naturalmente la sua critica mirata a quel soggetto è pienamente condivisibile, ed il mio sfogo è semplicemente così, tanto "pour parler". In Italia ed in particolare al Sud, le cose non cambieranno mai, perchè è mentalità comune, di "fottere per non restare fottuti", facendo prevalere non di certo la propria coscienza. Dopo tanti anni di precariato, dove non hai diritti, ma solo doveri, dove la tua dignità di lavoratore è stata sempre merce di scambio tra politici e sindacati è davvero difficile rimanere con la volontà integra di chi vuole far funzionare le cose, di chi con coscienza continua a svolgere delle mansioni che non le verranno mai riconosciute, di chi ha la consapevolezza che l'opinione pubblica ti vede come spreco di denaro etichettandoti come un parassita della società. E' dura, davvero dura continuare a dare il massimo di se stessa perchè comunque amante del lavoro, alla ricerca di un riscatto personale, alla ricerca di una smentita del tuo cattivo operato, che mai arriverà.....Si lavora solo se si vuole lavorare, solo se si ha la decenza di guardarsi allo specchio e riconoscersi in una persona corretta, che qualunque sia il tuo inquadramento, ha l'orgoglio di dire "io valgo e servo" in questa comunità!
    Marisa Guardione (esce il profilo di mia figlia poichè non sono iscritta su Google)

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  2. Grazie Marisa, ovviamente hai compreso che il mio post era con tutti i se e i ma...Levi Strauss diceva che è la struttura a creare i sentimenti. Io dico che accade anche il contrario.

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